Castello di San Martino

Il bosco monumento naturale

Il bosco circostante il Palazzo presenta un’orografia dalla linea mordiba su cui insiste un soprassuolo forestale riconducibile a una presenza vegetale mista e tendente all’alto fusto a prevalenza di specie quercine caducifoglie e sempreverdi.


L’alternanza di spazi aperti a prato naturale e di imponenti esemplari ha permesso al comune di allestire nel decennio trascorso un’area attrezzata di tavoli con sedute, sentieri e staccionate per favorire l’accessibilità e la fruibilità. Una flora e fauna quella del bosco di San Martino che per la sua importanza ambientale ha attenzionato la stessa Regione Lazio la quale, ad ottobre 2019, decide di intitolarlo ‘Monumento Naturale Bosco del Castello di San Martino’ (Art.6 LR del 6 Ottobre 1997 n.29 e ss.mm.ii.). L’area protetta ad oggi è un bene comune della collettività e un patrimonio ambientale del territorio privernate e del basso Lazio.

Parco castello di san martino
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L'oasi verde

Percorsi green ed evergreen

• All’interno del Parco di San Martino è possibile seguire il sentiero naturalistico che offre uno spaccato della Flora e della Fauna mediterranea.
Il Parco, a natura prevalentemente boschivo-mediterranea con splendidi esemplari di Sughera, Pino domestico, Leccio, ma anche di querce caducifoglie quali Cerro, Farnetto e Roverella, ospita anche esemplari di impianto artificiale posti al confine esterno del bosco appartenenti a specie originarie della regione euroasiatica quali Cedri del Libano e dell’Himalaya, Tigli, Cipressi, Platani e Palme.

• Nel bosco di San Martino è presente la tipica avifauna del biotopo mediterraneo, presentandosi numerosa nei diversi periodi della stagione.

Passeggiando all’interno del bosco è possibile ascoltare le dolci melodie del Cardellino, Verdone, Fringuello, Merlo, Picchio Rosso, Picchio Verde, Cinciallegra, Cinciarella, Balestruccio, Upupa, Ghiandaia, Allocco, Barbagianni, Civetta, Poiana, Sparviero, Gheppio e molti altri esemplari di uccello.

• Oltre ai volatili, sono presenti all’interno del bosco di San Martino alcune specie di mammiferi. Tra i più diffusi il Surmolotto, l’Istrice, il Riccio Europeo, il Cinghiale, il Tasso e la Volpe. Mentre tra i rettili troviamo la Lucertola muraiola, il Ramarro, Orbettino, Biacco, Marasso, e la Vipera dal corno e la vela Vipera dell’Orsini (Foto).

L'Area protetta

Istituito con decreto del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il nuovo Monumento Naturale del ‘Bosco del Castello di San Martino’ a Priverno, è un preziosissimo bosco di querce ad alto fusto, con esemplari arborei a carattere monumentale, quattro dei quali (nel parco ne restano solo due oggi, la sughera vedi sotto e il farnetto o cerro) un pino domestico, un farnetto, un cerro e una sughera, per la loro imponenza e il loro portamento sono stati iscritti nel Registro degli Alberi Monumentali dalla Regione Lazio. I 24 ettari custodiscono esemplari di vegetazione originaria tipica della Valle dell’Amaseno, e sono divenuti luogo di rifugio per la fauna, trattandosi di un’area recintata. Il bosco, unito all’area giochi e al castello, costituisce un luogo ricreativo frequentato da molte persone per la pratica di attività sportive, per camminare o semplice-mente per rilassarsi all’aria aperta. Il bosco in questione nell’ultimo periodo sta rinascendo ancora più florido, vigoroso e forte di prima.

"Viaggiando tra i secoli tra i rami degli alberi..."
percorso naturalistico a due passi da casa

I matusalemme verdi

Ha almeno 200 anni, alla base il tronco misura una circonferenza di 510 centimetri, la sua altezza supera i 20 metri, altrettanto per la larghezza dei suoi rami ( giganti perchè non sono certo sottili) i quali formano una specie di palco-cupola sotto cui ci si sente protetti, quasi invincibili . Essere al cospetto di un tale maestoso esemplare di Quercia sughera è bellissimo: ci si sente quasi in dovere di carezzare quel tronco che ne ha viste di tutti i colori, gustandosi il momento di pace che regala. La sughera, che non perde le foglie, è censita tra gli alberi monumentali del Lazio. Abbracciarla porta fortuna, che sia anche solo per averla vista. Un’area di sosta sotto i suoi rami giganti ci fa sentire lillipuzziani e matusalemmi al tempo stesso. Ci si può sedere, rifocillarsi e guardarla, nel suo splendore non isolato, poiché è in buona compagnia di altri simili a lei, più o meno coevi.

Sua maestà il farnetto/cerro

Posto quasi al centro dell’ampio prato verde, nell’area pic-nic, sovrasta maestoso tutte le altre chiome alboree intorno. Come un guerriero di altri tempi ha resistito anch’esso, assieme alla signora quercia sughera alle intemperie che lo scorso anno hanno abbattuto purtroppo altri secolari. Posto di guardia all’entrata del parco, questo cavaliere dalla folta chioma e dai rami possenti accoglie e indica l’ingresso principale da via San Martino fino al portone del castello. Sotto i suoi rami diventano tutti lillipuziani. Questo signore verde con la sua imponente mole trasmette rispetto, tante le vicende accadute sotto i suoi rami. Spetta a noi, oggi raccoglierne le gesta e tenerlo stretto e vegeto perchè il prezioso patrimonio verde va tutelato.